La Chiesa di San Michele Arcangelo di Segnacco ospiterà sabato 30 settembre, con inizio alle ore 20.45, il concerto della violinista Giulia Freschi e del clavicembalista Alessandro Del Gobbo. In programma musiche di Gerolamo Frescobaldi, Jean-Philippe Rameau e Johann Sebastian Bach. ArsNova FVG pubblica un intervento dell’architetto Andrea Cragnolini, progettista e direttore dei lavori del recente restauro architettonico.
La chiesa di Segnacco è dedicata a San Michele Arcangelo, fa parte della parrocchia di Sant’Eufemia Vergine e Martire e ha delle origini remote. Infatti le prime notizie a suo riguardo risalgono al XV secolo quando fu realizzata come chiesa sussidiaria per agevolare gli abitanti dei borghi annessi, dal momento che l’allora chiesa parrocchiale di Sant’Eufemia era distante dagli abitati ed ubicata sull’altura dell’omonima collina a Nord della frazione di Segnacco, dove ancora oggi si trova.
Il terremoto che nel 1511 colpì il Friuli distrusse la chiesa di San Michele la quale venne ricostruita e riconsacrata nel 1553; successivamente fu nuovamente oggetto di ricostruzione tra gli anni 1872 e 1880, su progetto dell’architetto gemonese Girolamo D’Aronco e fu consacrata il 21 febbraio 1881 dall’arcivescovo Andrea Casasola; nei dieci anni successivi furono invece condotti i lavori di costruzione del campanile. Tutt’oggi l’edifico di culto dedicato a San Michele Arcangelo conserva conformazione ed elementi stilistici e decorativi come da progetto di fine ‘800, con un impianto basilicale a tre navate, suddivise da due sistemi di tre arcate a tutto sesto che poggiano su pilastri decorati con stucchi che richiamano l’effetto marmo. Il soffitto della navata centrale è a botte lunettata e ospita un importante affresco dell’artista Lorenzo Bianchini che lo firmò nel 1879. Anche l’abside, leggermente ristretto rispetto alle dimensioni della navata centrale, è fortemente decorato e presenta un soffitto a crociera affrescato.
A seguito del sisma del 1976, la chiesa fu seriamente danneggiata in tutte le parti che la compongono, compresi il campanile e la sagrestia. Dopo una prima messa in sicurezza provvisoria, tra il 1986 e il 1991 furono condotti importanti lavori di ripristino e di consolidamento delle strutture, dalle fondazioni alla realizzazione di una nuova copertura, venne poi ripristinata una parte di campanile rimossa dopo il terremoto e la sagrestia fu completamente ricostruita.
Nonostante l’esecuzione di questi interventi di recupero, negli ultimi anni si sono via via verificati fenomeni di degrado sempre più intensi sia degli intonaci e delle decorazioni della facciata che dei soffitti interni. Nel primo caso le cause erano imputabili ad importanti fenomeni di umidità di risalita dalle fondazioni e da infiltrazioni dall’alto che hanno compromesso la stabilità di cornicioni ed elementi decorativi (resi anche pericolosi per l’incolumità dei fruitori), con collassi localizzati e cedimenti di materiali sul sagrato. Nel secondo caso si sono invece verificate importanti infiltrazioni dalla copertura che oltre ad aver causato l’ammaloramento di alcune porzioni di tavolato del tetto hanno avuto come esito più evidente la formazione di numerose macchie sugli intonaci dei soffitti della navata centrale, con l’esfoliazione di parte delle pitture e il distacco di alcune cornici decorative. I problemi alla copertura erano dei fenomeni già noti da tempo, ai quali negli ultimi anni si era cercato di porre temporaneo rimedio in più occasioni con il rimaneggiamento del manto (il quale tendeva a scivolare sempre di più trascinandosi al seguito anche i fogli di carta catramata sottostanti a causa della notevole pendenza delle falde e dell’assenza di un ancoraggio meccanico al sottomanto).
Con l’intervento di restauro e risanamento conservativo da poco ultimato, gli annosi e ricorrenti problemi di infiltrazioni che stavano danneggiando l’edifico e compromettendone l’agibilità sono stati risolti in modo definitivo e anche la facciata è stata ripristinata e messa in sicurezza.
Nello specifico i lavori eseguiti a cura dell’impresa Costruzioni Del Bianco di Udine hanno previsto il completo rifacimento del manto di copertura sia della chiesa che della sagrestia, con sostituzione delle porzioni di tavolato ammalorato, posa di nuove membrane traspiranti impermeabili, realizzazione di «tetto ventilato» con recupero di buona parte dei vecchi coppi (i quali sono stati posti in opera sulla parte superiore del manto in vista in modo da mantenere l’aspetto di antichità e autenticità che la copertura aveva anche prima dell’intervento). Per evitare futuri scivolamenti e sconnessioni dei coppi e scongiurare nuove infiltrazioni, essi sono stati posati in opera mediante l’impiego di ganci fermacoppo ammorsati alle listellature sottostanti così da conferire assieme all’impiego delle membrane impermeabili sottostanti una garanzia di lunga durata sulla tenuta all’acqua. Si è provveduto inoltre alla sostituzione di tutte le lattonerie e alla posa in opera di sistemi anticaduta per permettere la futura manutenzione del tetto in sicurezza.
Internamente si è provveduto al risanamento del soffitto a volta della navata centrale, pulendo e trattando tutte le macchie da infiltrazione e le esfoliazioni delle pitture, stuccando e ripristinando le porzioni di cornici danneggiate fino all’esecuzione delle nuove tinteggiature.
Si è infine restaurata e risanata la facciata principale che è anche stata ripulita dagli effetti di smog e depositi superficiali; in particolare sono stati ricostruiti e stuccati cornici e capitelli deteriorati, è stata rifatta la zoccolatura con intonaci deumidificanti e l’intera facciata è stata ritinteggiata, serramenti compresi.
Per l’intervento, avviato a gennaio e conclusosi ad inizio agosto di quest’anno, sono stati investiti 266.326,31 € ed è stato ricevuto un consistente contributo C.E.I. 8xmille che ha coperto il 70% della spesa, un aiuto fondamentale senza del quale la Parrocchia non sarebbe stata in grado di affrontare i lavori ormai non più rimandabili e la restante parte dei fondi sono stati ricavati dalla vendita della casa canonica ormai da tempo inutilizzata.
Andrea Cragnolini